martedì 1 gennaio 2013

Fratelli

Fratelli,

eccomi a voi in questo momento in cui nuovamente vi sentite in pericolo e minacciati. Abbiate fede, non ve ne è motivo.

Io sono qui con voi come lo è il nostro Padre.

Sono qui a ricordarvi la misericordia di nostro Padre, l’Onnipotente, l’Onnisciente, l’Onnipresente, l’Eterno.

Sono qui a ripetere ciò che Egli, il nostro amato Padre ci suggerisce ogni giorno dal più profondo del nostro cuore.

Lo fa direttamente e personalmente a ognuno di noi.

Lo fa quando noi lo ascoltiamo e lo fa anche quando non lo facciamo.

Lo fa quando ci lasciamo trascinare dalle lusinghe di questo regno che crediamo sia il nostro mondo.

Lo fa ogni volta che glielo chiediamo, scegliendo i mezzi che lui ritiene più opportuni: ora per immagini, ora con una poesia, ora con una dolce canzone e ora con una spina nel cuore.

A voi che sapete ascoltare dico grazie per l’amore che portate, non solo al nostro Padre, ma anche a tutti noi fratelli, alle creature del Cielo e della Terra, così come al Cielo e alla Terra stessi.

Non temete se credete di non essere meritevoli, se credete di avere gli occhi chiusi da false dottrine, da falsi insegnamenti o da falsi maestri.

I vostri occhi si aprono alla luce della verità divina perché il Padre dal vostro cuore riconosce le Sue parole che qui pronuncio.

Uscite dalle tenebre che vi tengono bloccati con idee di un Padre misericordioso che però vi minaccia, che vi giudica e vi punisce. Un Padre misericordioso non potrà mai fare questo.

Egli ci permette di decidere, non ci giudica e non ci punisce. Egli ci accompagna sempre pronto a sorreggerci quando cadiamo, quando ci feriamo da soli.

Nostro Padre non ci manda qui per soffrire o per proprio diletto. Siamo noi che ci allontaniamo da Lui scegliendo di sperimentare la nostra stessa appartenenza alla Sua onnipotenza.

La sofferenza è sentire i suoi passi nell’Eden e crederlo lontano da noi, che siamo la luce dei Suoi occhi, siamo l’amore del Suo immenso cuore.

La sofferenza è dare ascolto a chi ci soggioga, a chi ci confonde e a chi ci plasma con i più sofisticati stratagemmi per farci credere che stia parlando a noi come tramite del nostro Padre.

Lui, il nostro amorevole Padre, non ha bisogno di tramite alcuno. Non ha bisogno di minacce per far udire la Sua voce. Egli non benedice un figlio perché lo prega e maledice l’altro che non lo fa. Anzi, il secondo lo prende per mano ancor più dolcemente per mostrargli che Lui, come Padre, è sempre presente sia per il primo che per il secondo.

Nostro Padre parla a noi come figli responsabili, ci consiglia, ci sostiene nelle nostre decisioni e ci mostra la giusta via per tornare a vederlo e a sentirlo veramente in noi, per riconoscerlo in noi ed aiutarci a riconoscere noi in Lui.

Perdoniamo i nostri fratelli che preferiscono non guardare perché attratti dalle allettanti promesse di ciò che loro stessi chiamano Satana con lo scopo di approfittare della nostra disponibilità, del nostro amore e del nostro altruismo. Queste promesse sono promesse di potere, di supremazia sui regni e sulle persone, e non provengono certo dal Padre che ha creato e continua a creare tutto quanto serve per rendere ogni figlio un vero signore cui nulla manca.

Come può un Figlio dire al Fratello che il Padre parla solo con Lui? Come può fargli credere che sarà punito dal Padre se non onora il fratello? Oh quale sofferenza in quell’anima che si lascia strumentalizzare da simili menzogne. E quale sofferenza ancor maggiore si presenta a chi ha commesso simili scempi, trovandosi al cospetto del Padre che ha sempre saputo, e malgrado ciò gli ha lasciato fare… che malgrado ciò lo perdona come anche il fratello che è stato ferito perdona.

Fratello, pensa che per ogni singola creatura cui qualcosa viene tolto, noi permettiamo che il Padre perda una parte della sua gioia e versi una simbolica lacrima.

Pensa al mare di lacrime che il nostro amato Padre sta versando proprio in questo momento, vedendo alcuni dei suoi figli auto-eleggersi unici possessori della “legge del Padre” che loro stessi hanno costruito plasmando e modificando, sia volontariamente che involontariamente, le sagge parole che Egli suggerisce continuamente al nostro cuore. Nostro Padre non può rallegrarsi vedendo il Suo nome divenire la scusa per opprimere i deboli, i disadattati e le minoranze. Nemmeno i più grandi peccatori possono venir giudicati in quel modo dai loro stessi fratelli. Ognuno di noi si troverà a valutare egli stesso le sue azioni davanti al sorriso benevolo e amoroso del Padre stesso del perdono.

Non giudicare il tuo fratello che si accanisce contro di te per soggiogarti. Porgi l’altra guancia e non cedere alla tentazione di cadere in questo gioco senza fine. Cerca dunque di essere d’esempio e di eccellere nell’amore, nel servizio ai bisognosi e nel perdono.

Regala a chiunque un sorriso e ascolta solo la voce del nostro onnipresente Padre. Quella voce che dal cuore ti sussurra: “Sono Io, tuo Padre, e anche lui è mio figlio. Tuo fratello”.

Nostro Padre ci ha fatti a sua immagine e somiglianza. Non è una bugia. Non è un mistero. Se non riusciamo a vedere ciò è perché noi ci vogliamo vedere in un altro modo. Noi siamo l’immagine del Padre, e il nostro corpo mortale è l’immagine che noi abbiamo creato di noi stessi.

Ma noi non moriamo mai.

Fratelli, noi siamo sempre presenti nell’immensità del cuore di nostro Padre, lì siamo sempre insieme uno con l’altro a glorificare la sua beatitudine che irradia ovunque.

Quindi non temete.

Io, vostro fratello Massimo Enzo, sono qui.

Nostro Padre è sempre con noi.

Nulla può farci del male se non noi stessi quando ci lasciamo distrarre dalla paura, dal desiderio di supremazia, dall’indifferenza verso il nostro fratello bisognoso.

(Massimo Enzo Grandi 20121219)

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