sabato 9 novembre 2013

Today’s mood

(Venerdì 8.11.2013) by Massimo Enzo Grandi

 

Autopostale

 

Anche stamattina ci alziamo in silenzio. Abbiamo smesso di parlarci già da qualche settimana. Da qualche settimana non ci diciamo più “Ti amo”. Bevi il tuo caffé con calma, il tuo sguardo ancora assonnato a tratti si incontra con il mio ma lo distogli poco dopo con un lieve sbuffo che potrebbe sembrare un sospiro.

Alla fermata dell’autopostale le due persone in attesa mantengono le distanze e si direbbe che facciano di tutto per non guardarci, mi sento come fossimo degli appestati. La strada scende dalla valle con i suoi tornanti e le sue strettoie tra i villaggi. Qualche settimana fa proprio in questo punto ricordo benissimo come le mi lacrime scendevano a inzuppare la sciarpa di cashmere che mi ha regalato mia madre l’anno scorso per Natale. Tu mi guardavi ma non capivi, non te ne rendevi conto. Quel giorno il tragitto sembrò interminabile ed i miei occhi guardavano senza più vedere nulla se non tanto dolore.

Siamo alla tua fermata, vorrei tanto tu proseguissi con me fino alla stazione, che mi tenessi per mano, che mi dicessi ancora “ti amo” e che ti metta a fare progetti sul nostro matrimonio… Invece ti alzi senza dire nulla, proprio come qualche settimana fa e mentre scendi dall’autopostale ti giri a guardarmi, gli occhi tristi e stanchi… sembra vuoi dirmi qualcosa ma invece taci e scendi. Rimani in piedi a guardare il mezzo giallo allontanarsi con me sopra. Mi sembra di vedere un piccolo cenno della tua mano, sembrerebbe un saluto ma forse il tuo orgoglio ti impedisce di lasciarmelo notare.

Ecco. Sono alla stazione. Scendendo mi accorgo che sono l’unico ad avere il maglione, la giacca pesante e la sciarpa di cashmer al collo. Quella che mi ha regalato mamma per il Natale scorso. Beh, io vengo dalla montagna e fa più freddo. Ma anche qui fa freddo e mi fa strano vedere tutta quella gente con i vestiti leggeri.

Il mio TILO per Lugano parte alle 8:12, ma da qualche settimana non so perché prendo quello che va verso Chiasso delle 8:07. La prima volta sembravano tutti preoccupati per me. Chi strillava, chi mi fissava pallido in volto e allibito e qualcuno addirittura ha vomitato. Da quel giorno in poi però non l’hanno più fatto, anche se la loro espressione è sempre smarrita e tutti mantengono una certa distanza, come fossi appestato. Il treno riparte ma io sono sempre lì al freddo… anche se non fa freddo perché sono tutti vestiti leggeri. La sciarpa di cashmere al collo, il maglioncino e la giacca pesante… ma ho sempre freddo.

È sera e andiamo a letto nel più assoluto silenzio. Ti sento trattenere il respiro per un attimo e poi, singhiozzando, ti volti verso di me. Mi guardi diritto negli occhi e mi dici ancora “Ti amo” stringendomi forte. Ci addormentiamo abbracciati come sempre.

Ci alziamo in silenzio. Abbiamo smesso di parlarci già da qualche settimana, ma la sera a letto trattieni il respiro e singhiozzando ti volti verso di me a dirmi “Ti amo” e mi abbracci. In quel momento mi sembra di non sentire più il freddo ma non riesco a togliere la sciarpa di lana, o il maglioncino o la giacca pesante…